Miniracconto Dimenticato
Vediamo se riesco ad abbozzarla rapidamente:
C'era una volta un giovane ragazzo di nome Flick.
Viveva in un piccolo villaggio situato nella campagna di un grande regno, a ridosso di una antica ed ampia foresta.
Flick era molto in ansia e non si dava pace perché era innamorato di una giovane coetanea, ma non sapeva cosa fare perché aveva paura che i suoi sogni potessero infrangersi di fronte alla realtà.
A lungo questo tarlo l'aveva tormentato e lui se lo portava dentro ovunque andasse, qualunque cosa facesse ma riusciva a dissimularlo di fronte ai suoi amici ed i suoi parenti, così che tutti pensavano che stesse bene.
Un giorno Flick fu mandato a cercar funghi nella foresta per conto di suo padre.
Nel girovagare per i sentieri e per il sottobosco, gli capitò di incontrare una vecchia signora, seduta di schiena su un albero, che aveva un aspetto piuttosto misero e malridotto.
Flick sembrò inizialmente indeciso se rivolgerle o meno la parola, ma alla fine si risolse a farlo, forte del pensiero che si trattasse di una vecchia innocua.
"Vecchia signora, cosa vi cruccia?" le chiese "perché siete qui sola in mezzo al bosco con un'aria così greve ed un aspetto così misero? Posso aiutarvi in qualche maniera?"
"Giovane ragazzo" gli rispose la vecchia "aspettavo te".
Flick rimase interdetto da quelle parole.
"Come sapevate che sarei passato?"
"Non lo sapevo eppure ero qui ad aspettarti, non temere, ragazzo non ho cattive intenzioni, sono solo una vecchia indovina affamata e stanca per il viaggio e tu sei un giovane forte con dei buoni funghi nella cesta e dei cattivi timori per la testa, forse io e te possiamo fare uno scambio"
"Che genere di scambio?" chiese Flick, un po' diffidente.
"Tu puoi regalarmi qualche fungo per alleviare le sofferenze del mio stomaco ed io posso regalarti qualche parola per alleviare le sofferenze del tuo animo".
A Flick quella donna sembrava pazza, ma in qualche modo le piaceva, inoltre mentre parlava, sembrava che sapesse dei suoi problemi e che si riferisse proprio a quelli. Decise allora di accettare lo scambio e mentre lei mangiava, lui le raccontò di tutti i suoi pensieri ed i suoi dubbi circa la sua situazione.
Dopo che ebbe ascoltato, la vecchia rimase qualche momento in silenzio, poi sentenziò: "ragazzo, potrai chiedere a tutti i saggi del mondo, ma nessuno potrà mai dirti se i tuoi sogni si avvereranno o no. Se i tuoi timori sono reali o no. L'unica cosa che puoi fare è tentare con il Lago delle Risposte".
Flick sembrò molto eccitato all'idea "che posto è, vecchia indovina?"
"E' un lago magico che si trova su una altura all'interno di questa foresta, se ti specchierai nelle sue acque limpide, troverai la risposta che cerchi nell'immagine che vedrai riflessa. Ma fai estrema attenzione perché l'incantesimo che lo pervade è molto potente e la risposta che ti darà potrebbe non piacerti"
"Sarà sempre meglio del dubbio" disse Flick
"Allora vai e rivediamoci qui fra un anno, così mi racconterai come è andata"
Dopo che si furono lasciati, Flick si diresse al lago senza por tempo in mezzo e ad ogni passo la sua ansia cresceva. Il sudore gli bagnava la fronte, ma non era dovuto al camminare, così le sue mani tremavano ed il suo stomaco sembrava di piombo.
Quando fu arrivato nei pressi del lago, la paura era grandissima, ma si risolse di guardare.
Egli vide la sua immagine riflessa, ma era un'immagine terribile, era lui ma non sembrava lui. Era tutto sporco, triste, spaventato. Aveva l'aria di chi ha perso tutto nella vita e teme persino la sua ombra.
"Allora è questo che diventerò! E' così che andrà" pensò fra se "i miei sogni si infrangeranno ed io diventerò l'ombra di me stesso!!"
Allora fuggì, con le lagrime agli occhi. E già mentre tentò di fuggire, inciampò e cadde nel fango "il mondo mi è contro!" si disperò.
Le settimane successive furono terribili, gli capitava ogni genere di sventura e prima si arrabbiava, poi si disperava e piangeva. Piano piano tutti i suoi amici smisero di invitarlo, ne' lui cercava la loro compagnia. I suoi parenti non sapendo come trattarlo, smisero di parlargli ne' lui rivolgeva loro la parola. E la sua innamorata era sempre più lontana, ora con questo, ora con quell'altro uomo.
Trascorse un anno e Flick, che non si era dimenticato dell'indovina, si recò nel bosco.
Quando trovò la vecchia seduta allo stesso albero dell'anno prima, lui l'aggredì. Prima le gridò contro tutti gli improperi e le maledizioni che conoscesse, poi si chiuse in silenzio ed infine scoppiò a piangere.
L'indovina, in tutto quel tempo, era rimasta silenziosa ad ascoltare, con aria materna.
Quando Flick sembrò essersi ripreso, l'indovina parlò:
"come ti ho detto un anno fa, il Lago delle Risposte è periglioso. L'unico modo per sciogliere la sua maledizione, ora, è quella di tornare li'. Dovrai rimanere per tre giorni e tre notti accanto alle sue sponde e solo quando avrai versato tutte le lagrime che puoi versare, dovrai specchiarti nuovamente nelle sue acque e stavolta guarda e basta, senza pensare a nulla".
Così fece.
Giunse sulle sponde del Lago e pianse. Pianse come non aveva mai pianto in tutta la sua vita. Pianse per tutte le sue sventure, pianse per la sua vita ormai finita, pianse finché gli occhi non gli rimasero asciutti.
Trascorsa la terza notte, si fece l'alba e Flick, che si sentiva ormai svuotato, che non riusciva più a formulare un pensiero, si diresse verso il lago e di nuovo guardò la sua immagine riflessa sulla superficie.
Vide se stesso, con l'aria stravolta e gli occhi rossi. L'immagine gli era familiare e stavolta non vedeva nient'altro. Nessuna aura oscura tutto intorno, nessun cruccio sulla sua fronte, sembrava solo stanco. D'improvviso si rese conto che quella figura stava sorridendo, si accorse che era lui stesso a sorridere.
Questo lo fece ridere ancora di più.
Nel giro di pochi minuti Flick si era abbandonato ad una incontenibile risata scrosciante, limpida, allegra e felice.
Stava ancora ridendo quando si rialzò.
Ancora rideva quando tornò al villaggio.
Rideva quando rivide i suoi amici e i suoi parenti.
Rideva quando ritrovò la sua innamorata e le uniche volte che interruppe le sue risate, da allora in avanti, fu quando la baciava.
Commenti? ^^
Ma perché, qualcuno legge? :P
C'era una volta un giovane ragazzo di nome Flick.
Viveva in un piccolo villaggio situato nella campagna di un grande regno, a ridosso di una antica ed ampia foresta.
Flick era molto in ansia e non si dava pace perché era innamorato di una giovane coetanea, ma non sapeva cosa fare perché aveva paura che i suoi sogni potessero infrangersi di fronte alla realtà.
A lungo questo tarlo l'aveva tormentato e lui se lo portava dentro ovunque andasse, qualunque cosa facesse ma riusciva a dissimularlo di fronte ai suoi amici ed i suoi parenti, così che tutti pensavano che stesse bene.
Un giorno Flick fu mandato a cercar funghi nella foresta per conto di suo padre.
Nel girovagare per i sentieri e per il sottobosco, gli capitò di incontrare una vecchia signora, seduta di schiena su un albero, che aveva un aspetto piuttosto misero e malridotto.
Flick sembrò inizialmente indeciso se rivolgerle o meno la parola, ma alla fine si risolse a farlo, forte del pensiero che si trattasse di una vecchia innocua.
"Vecchia signora, cosa vi cruccia?" le chiese "perché siete qui sola in mezzo al bosco con un'aria così greve ed un aspetto così misero? Posso aiutarvi in qualche maniera?"
"Giovane ragazzo" gli rispose la vecchia "aspettavo te".
Flick rimase interdetto da quelle parole.
"Come sapevate che sarei passato?"
"Non lo sapevo eppure ero qui ad aspettarti, non temere, ragazzo non ho cattive intenzioni, sono solo una vecchia indovina affamata e stanca per il viaggio e tu sei un giovane forte con dei buoni funghi nella cesta e dei cattivi timori per la testa, forse io e te possiamo fare uno scambio"
"Che genere di scambio?" chiese Flick, un po' diffidente.
"Tu puoi regalarmi qualche fungo per alleviare le sofferenze del mio stomaco ed io posso regalarti qualche parola per alleviare le sofferenze del tuo animo".
A Flick quella donna sembrava pazza, ma in qualche modo le piaceva, inoltre mentre parlava, sembrava che sapesse dei suoi problemi e che si riferisse proprio a quelli. Decise allora di accettare lo scambio e mentre lei mangiava, lui le raccontò di tutti i suoi pensieri ed i suoi dubbi circa la sua situazione.
Dopo che ebbe ascoltato, la vecchia rimase qualche momento in silenzio, poi sentenziò: "ragazzo, potrai chiedere a tutti i saggi del mondo, ma nessuno potrà mai dirti se i tuoi sogni si avvereranno o no. Se i tuoi timori sono reali o no. L'unica cosa che puoi fare è tentare con il Lago delle Risposte".
Flick sembrò molto eccitato all'idea "che posto è, vecchia indovina?"
"E' un lago magico che si trova su una altura all'interno di questa foresta, se ti specchierai nelle sue acque limpide, troverai la risposta che cerchi nell'immagine che vedrai riflessa. Ma fai estrema attenzione perché l'incantesimo che lo pervade è molto potente e la risposta che ti darà potrebbe non piacerti"
"Sarà sempre meglio del dubbio" disse Flick
"Allora vai e rivediamoci qui fra un anno, così mi racconterai come è andata"
Dopo che si furono lasciati, Flick si diresse al lago senza por tempo in mezzo e ad ogni passo la sua ansia cresceva. Il sudore gli bagnava la fronte, ma non era dovuto al camminare, così le sue mani tremavano ed il suo stomaco sembrava di piombo.
Quando fu arrivato nei pressi del lago, la paura era grandissima, ma si risolse di guardare.
Egli vide la sua immagine riflessa, ma era un'immagine terribile, era lui ma non sembrava lui. Era tutto sporco, triste, spaventato. Aveva l'aria di chi ha perso tutto nella vita e teme persino la sua ombra.
"Allora è questo che diventerò! E' così che andrà" pensò fra se "i miei sogni si infrangeranno ed io diventerò l'ombra di me stesso!!"
Allora fuggì, con le lagrime agli occhi. E già mentre tentò di fuggire, inciampò e cadde nel fango "il mondo mi è contro!" si disperò.
Le settimane successive furono terribili, gli capitava ogni genere di sventura e prima si arrabbiava, poi si disperava e piangeva. Piano piano tutti i suoi amici smisero di invitarlo, ne' lui cercava la loro compagnia. I suoi parenti non sapendo come trattarlo, smisero di parlargli ne' lui rivolgeva loro la parola. E la sua innamorata era sempre più lontana, ora con questo, ora con quell'altro uomo.
Trascorse un anno e Flick, che non si era dimenticato dell'indovina, si recò nel bosco.
Quando trovò la vecchia seduta allo stesso albero dell'anno prima, lui l'aggredì. Prima le gridò contro tutti gli improperi e le maledizioni che conoscesse, poi si chiuse in silenzio ed infine scoppiò a piangere.
L'indovina, in tutto quel tempo, era rimasta silenziosa ad ascoltare, con aria materna.
Quando Flick sembrò essersi ripreso, l'indovina parlò:
"come ti ho detto un anno fa, il Lago delle Risposte è periglioso. L'unico modo per sciogliere la sua maledizione, ora, è quella di tornare li'. Dovrai rimanere per tre giorni e tre notti accanto alle sue sponde e solo quando avrai versato tutte le lagrime che puoi versare, dovrai specchiarti nuovamente nelle sue acque e stavolta guarda e basta, senza pensare a nulla".
Così fece.
Giunse sulle sponde del Lago e pianse. Pianse come non aveva mai pianto in tutta la sua vita. Pianse per tutte le sue sventure, pianse per la sua vita ormai finita, pianse finché gli occhi non gli rimasero asciutti.
Trascorsa la terza notte, si fece l'alba e Flick, che si sentiva ormai svuotato, che non riusciva più a formulare un pensiero, si diresse verso il lago e di nuovo guardò la sua immagine riflessa sulla superficie.
Vide se stesso, con l'aria stravolta e gli occhi rossi. L'immagine gli era familiare e stavolta non vedeva nient'altro. Nessuna aura oscura tutto intorno, nessun cruccio sulla sua fronte, sembrava solo stanco. D'improvviso si rese conto che quella figura stava sorridendo, si accorse che era lui stesso a sorridere.
Questo lo fece ridere ancora di più.
Nel giro di pochi minuti Flick si era abbandonato ad una incontenibile risata scrosciante, limpida, allegra e felice.
Stava ancora ridendo quando si rialzò.
Ancora rideva quando tornò al villaggio.
Rideva quando rivide i suoi amici e i suoi parenti.
Rideva quando ritrovò la sua innamorata e le uniche volte che interruppe le sue risate, da allora in avanti, fu quando la baciava.
Commenti? ^^
Ma perché, qualcuno legge? :P
Molto carino, quasi un classico direi
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